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Biografia

Eugenio Finardi è un cantautore, polistrumentista, autore e arrangiatore. È un artista tra i più apprezzati della scena rock-pop d’autore specialmente per la sua produzione degli anni ’70 e ’80.

Nasce in un ambiente familiare che è legato alla musica: il padre è un tecnico del suono, mentre sua madre è una cantante lirica statunitense. Il suo primo disco in assoluto lo pubblica nel 1961 quando ha solo nove anni con il nomignolo Gege. È un disco per bambini dal titolo “Palloncino Rosso Fuoco”.

Ancora giovanissimo incontra Alberto Camerini che lo inizia al rock. Con il cantautore italo-brasiliano muove i primi passi nelle novità sonore che caratterizzano tutti gli anni ’60 e ’70, come il progressive rock, l’hard rock, e la canzone d’autore. Forma la band Il Pacco con l’amico Walter Calloni; con loro si esibisce nei locali di tutto il Nord Italia, tra cui il Carta Vetrana un club dove trovano spazio le realtà musicali più interessanti in Italia in quel periodo.

Durante gli anni  ’70 conosce Claudio Rocchi che lo vuole negli Stormy Six; inizia a suonare anche come turnista per altri gruppi, ad esempio è sua l’armonica nel primo disco dei Fratelli La Bionda. La svolta avviene nel 1972, quando entra nel circolo Mogol-Battisti dove conosce tra gli altri il grande Demetrio Stratos; firma quindi con l’etichetta del duo più famoso d’Italia, la Numero Uno, il suo primo contratto discografico. L’anno successivo debutta con un 45 giri con “Hard Rock Honey” e, “Spacey Stacey”, musicati da lui ma scritti dalla cantautrice statunitense Marva Jan Marron: un album dal sound hard rock, anche se ammorbidito per venire incontro ai gusti del pubblico italiano.

Nel frattempo Stratos ha fondato gli AREA e lasciato la Numero Uno a favore della Cramps, l’etichetta di Gianni Sassi, portandosi dietro anche il giovane Finardi che nel 1975 con la nuova casa discografica pubblica il suo primo LP “Non gettare alcun oggetto dal finestrino”, un album rock impegnato con canzoni d’autore. Ma è con “Sugo” (1976) che arriva il vero successo; in questo disco troviamo infatti alcuni dei suoi maggiori successi come “La Radio” e, “Musica Ribelle”.

Dopo solo un anno arriva “Diesel”, un altro bellisimo disco del cantautore che oltre al brano omonimo contiene “Scimmia”, brano autobiografico in cui parla del suo periodo problematico legato all’uso di droghe, e, “Non è nel Cuore”. Nel ’78 arriva un altro grande successo con “Extraterrestre” prima e “Cuba” dopo, entrambi contenuti nell’album “Blitz”.

Come turnista viene reclutato da Fabrizio De Andrè che lo vuole con lui sul palco nel suo leggendario tour italiano; successivamente anche Lucio Fabbri lo ingaggia come supporto per voce e chitarra per la PFM (Premiata Forneria Marconi).

Una volta finiti i suoi impegni con altri musicisti nel 1979 arriva “Roccando Rollando”, ancora una volta si tratta di un album intimo, autobiografico con sounti politici e di contrasto. Rispetto agli album precedenti non ha lo stesso successo, ottiene risultati contrastanti tra coloro che eleggono Finardi ad artista simbolo del proletariato italiano e chi, al contrario, lo considera un rocker oramai imborghesito.

Dopo questo insuccesso Finardi sente il bisogno di ritrovarsi, e dagli studi di registrazione “Castello” di Carimate sbarca nella Londra punk degli inizi anni ’80. Nasce così, tra il 1981 e il 1982, un unico lavoro remixato in italiano, ma pubblicato in una doppia versione: in italiano con il titolo “Finardi” e, in inglese come “Secret Streets”. Nel 1982 diventa anche papà di Elettra, a cui dedica l’abum “Dal blu” (1983) che contiene le bellissime “Le ragazze di Osaka” e, “Amore Diverso”.

Debutta al Festival di Sanremo con “Vorrei svegliarti” nel 1985. Dopo due anni passati negli Stati Uniti torna per produrre “Dolce Italia” (1987); quest’album coincide anche con l’inizio della collaborazioone con Vittorio Cosma, con cui produce nel ‘89 “Il vento di Elora”. L’album segna una svolta artistica a cui contribuisce anche il musicista Paolo Panigada, uno dei fondatori di Elio e le Storie Tese.

Tra il 91 e il 92 pubblica “La forza dell’amore” e, “Millennio” il cui tour In Italia ebbe un eccezionale successo.

Vola poi a New York per registrare “Occhi” che viene pubblicato nel 1996, nell’abum trova spazio anche una cover di “One for us” Joan Osborne, che viene italianizzata e diventa “Uno di noi”. Due anni dopo pubblica “Accadueo”, che nel 1999 viene riproposto e presentato al Festival di Sanremo con la sola aggiunta dell’inedito “Amami Lara”.

Il nuovo millennio si apre con una sfida per Finardi che riveste il ruolo di cantante/attore per lo spettacolo di musica sacra dal titolo "La Musica dei Cieli", dove ritrova ai fiati Giancarlo Parisi.

Nel 2005 è la volta di “Anima blues”: album tributo al genere che maggiormente lo ha influenzato e che è una delle sue più grandi passioni musicali. Per il trentennale della sua carriera nel 2007 pubblica un box set con quattro album che raccolgono tutti i suoi più grandi successi che si intitola “Un Uomo”.

Torna in teatro con lo spettacolo “Sogno” nel 2008. Pubblica anche un libro scritto a quattro mani con Antonio G. D’Errico, “Spostare l’orizzonte - come sopravvivere a 40 anni di Rock", edito da Rizzoli nel 2011. Nello stesso anno torna alla Scala di Milano con “I cavoli a merenda” di Carlo Boccadoro; e poi in tour con "Eugenio Finardi Electric Tour 2011".

Nel 2012 torna a Sanremo con “E tu lo chiami Dio”. Tra le sue ultime uscite discografiche ricordiamo l'album dal vivo "Musica Ribelle Live" (2013), e quello in studio "Fibrillante" (2014).

Eugenio Finardi

Biografia

Eugenio Finardi è un cantautore, polistrumentista, autore e arrangiatore. È un artista tra i più apprezzati della scena rock-pop d’autore specialmente per la sua produzione degli anni ’70 e ’80.

Nasce in un ambiente familiare che è legato alla musica: il padre è un tecnico del suono, mentre sua madre è una cantante lirica statunitense. Il suo primo disco in assoluto lo pubblica nel 1961 quando ha solo nove anni con il nomignolo Gege. È un disco per bambini dal titolo “Palloncino Rosso Fuoco”.

Ancora giovanissimo incontra Alberto Camerini che lo inizia al rock. Con il cantautore italo-brasiliano muove i primi passi nelle novità sonore che caratterizzano tutti gli anni ’60 e ’70, come il progressive rock, l’hard rock, e la canzone d’autore. Forma la band Il Pacco con l’amico Walter Calloni; con loro si esibisce nei locali di tutto il Nord Italia, tra cui il Carta Vetrana un club dove trovano spazio le realtà musicali più interessanti in Italia in quel periodo.

Durante gli anni  ’70 conosce Claudio Rocchi che lo vuole negli Stormy Six; inizia a suonare anche come turnista per altri gruppi, ad esempio è sua l’armonica nel primo disco dei Fratelli La Bionda. La svolta avviene nel 1972, quando entra nel circolo Mogol-Battisti dove conosce tra gli altri il grande Demetrio Stratos; firma quindi con l’etichetta del duo più famoso d’Italia, la Numero Uno, il suo primo contratto discografico. L’anno successivo debutta con un 45 giri con “Hard Rock Honey” e, “Spacey Stacey”, musicati da lui ma scritti dalla cantautrice statunitense Marva Jan Marron: un album dal sound hard rock, anche se ammorbidito per venire incontro ai gusti del pubblico italiano.

Nel frattempo Stratos ha fondato gli AREA e lasciato la Numero Uno a favore della Cramps, l’etichetta di Gianni Sassi, portandosi dietro anche il giovane Finardi che nel 1975 con la nuova casa discografica pubblica il suo primo LP “Non gettare alcun oggetto dal finestrino”, un album rock impegnato con canzoni d’autore. Ma è con “Sugo” (1976) che arriva il vero successo; in questo disco troviamo infatti alcuni dei suoi maggiori successi come “La Radio” e, “Musica Ribelle”.

Dopo solo un anno arriva “Diesel”, un altro bellisimo disco del cantautore che oltre al brano omonimo contiene “Scimmia”, brano autobiografico in cui parla del suo periodo problematico legato all’uso di droghe, e, “Non è nel Cuore”. Nel ’78 arriva un altro grande successo con “Extraterrestre” prima e “Cuba” dopo, entrambi contenuti nell’album “Blitz”.

Come turnista viene reclutato da Fabrizio De Andrè che lo vuole con lui sul palco nel suo leggendario tour italiano; successivamente anche Lucio Fabbri lo ingaggia come supporto per voce e chitarra per la PFM (Premiata Forneria Marconi).

Una volta finiti i suoi impegni con altri musicisti nel 1979 arriva “Roccando Rollando”, ancora una volta si tratta di un album intimo, autobiografico con sounti politici e di contrasto. Rispetto agli album precedenti non ha lo stesso successo, ottiene risultati contrastanti tra coloro che eleggono Finardi ad artista simbolo del proletariato italiano e chi, al contrario, lo considera un rocker oramai imborghesito.

Dopo questo insuccesso Finardi sente il bisogno di ritrovarsi, e dagli studi di registrazione “Castello” di Carimate sbarca nella Londra punk degli inizi anni ’80. Nasce così, tra il 1981 e il 1982, un unico lavoro remixato in italiano, ma pubblicato in una doppia versione: in italiano con il titolo “Finardi” e, in inglese come “Secret Streets”. Nel 1982 diventa anche papà di Elettra, a cui dedica l’abum “Dal blu” (1983) che contiene le bellissime “Le ragazze di Osaka” e, “Amore Diverso”.

Debutta al Festival di Sanremo con “Vorrei svegliarti” nel 1985. Dopo due anni passati negli Stati Uniti torna per produrre “Dolce Italia” (1987); quest’album coincide anche con l’inizio della collaborazioone con Vittorio Cosma, con cui produce nel ‘89 “Il vento di Elora”. L’album segna una svolta artistica a cui contribuisce anche il musicista Paolo Panigada, uno dei fondatori di Elio e le Storie Tese.

Tra il 91 e il 92 pubblica “La forza dell’amore” e, “Millennio” il cui tour In Italia ebbe un eccezionale successo.

Vola poi a New York per registrare “Occhi” che viene pubblicato nel 1996, nell’abum trova spazio anche una cover di “One for us” Joan Osborne, che viene italianizzata e diventa “Uno di noi”. Due anni dopo pubblica “Accadueo”, che nel 1999 viene riproposto e presentato al Festival di Sanremo con la sola aggiunta dell’inedito “Amami Lara”.

Il nuovo millennio si apre con una sfida per Finardi che riveste il ruolo di cantante/attore per lo spettacolo di musica sacra dal titolo "La Musica dei Cieli", dove ritrova ai fiati Giancarlo Parisi.

Nel 2005 è la volta di “Anima blues”: album tributo al genere che maggiormente lo ha influenzato e che è una delle sue più grandi passioni musicali. Per il trentennale della sua carriera nel 2007 pubblica un box set con quattro album che raccolgono tutti i suoi più grandi successi che si intitola “Un Uomo”.

Torna in teatro con lo spettacolo “Sogno” nel 2008. Pubblica anche un libro scritto a quattro mani con Antonio G. D’Errico, “Spostare l’orizzonte - come sopravvivere a 40 anni di Rock", edito da Rizzoli nel 2011. Nello stesso anno torna alla Scala di Milano con “I cavoli a merenda” di Carlo Boccadoro; e poi in tour con "Eugenio Finardi Electric Tour 2011".

Nel 2012 torna a Sanremo con “E tu lo chiami Dio”. Tra le sue ultime uscite discografiche ricordiamo l'album dal vivo "Musica Ribelle Live" (2013), e quello in studio "Fibrillante" (2014).